Arte e vita

Pierangelo Mazzeschi

Monte Oliveto Maggiore

Gli affreschi di Signorelli e Sodoma.

All’inizio del 1300 Bernardo Tolomei, insieme ad Ambrogio Piccolomini e Patrizio Patrizi, decise di ritirarsi ad Acona, nelle crete senesi, per vivere in eremitaggio obbedendo alla regola benedettina.

Da questa esperienza nacquero, nel corso dei secoli, opere e frutti in tutti i campi della vita – sociale, religiosa, culturale e artistica – fino alla creazione di un capolavoro di edilizia monastica che, per la ricerca armonica delle sue proporzioni e per la genialità delle sue soluzioni, diventa arte: Monte Oliveto Maggiore.

Tantissime opere, soprattutto pitture a fresco, adornano il complesso abbaziale, la sua chiesa e le sue cappelle. Ma quello che ha reso universalmente famoso l’archicenobio è la decorazione pittorica del Chiostro grande, con il ciclo delle Storie di san Benedetto, affrescato, tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, dal Signorelli e dal Sodoma. È questa opera pittorica, composta da 36 storie, centro del complesso monastico, il tema del presente volume.

Cosa possiamo imparare noi, uomini di oggi, vedendo in quelle pareti affrescate scene di vita quotidiana vissuta da uomini che tutto sottopongono alla preghiera e al lavoro?

«C’è qualcuno che desidera la vita e brama lunghi giorni per gustare il bene?».

La frase, tratta dal Salmo 33 e ripresa nel prologo della Regola di San Benedetto, ci riporta al desiderio vero di felicità che è nel cuore di ogni uomo e che ha bisogno di trovare una risposta che lo soddisfi pienamente: forse è proprio questo che ci unisce a queste storie, che diventano per noi testimonianza di un’esperienza di vita piena e ancora oggi desiderabile.

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